I cookie HTTP (più comunemente denominati cookie web, o per antonomasia cookie)[1] sono un tipo particolare di magic cookie, una sorta di gettone identificativo, usato dai server web per poter riconoscere i browser durante comunicazioni con il protocollo HTTP usato per la navigazione web. Tale riconoscimento permette di realizzare meccanismi di autenticazione, usati ad esempio per i login; di memorizzare dati utili alla sessione di navigazione, come le preferenze sull'aspetto grafico o linguistico del sito; di associare dati memorizzati dal server, ad esempio il contenuto del carrello di un negozio elettronico; di tracciare la navigazione dell'utente, ad esempio per fini statistici o pubblicitari. Date le implicazioni per la riservatezza dei naviganti del web, l'uso dei cookie è categorizzato e disciplinato negli ordinamenti giuridici di numerosi paesi, tra cui quelli europei, inclusa l'Italia.
Il concetto e il termine cookie, che letteralmente significa "biscotto", deriva dal magic cookie (biscotto magico) una tecnica nota in ambiente UNIX già negli anni '80 e tipicamente utilizzata per implementare meccanismi di identificazione di un client presso un server, come ad esempio l'autenticazione del server X Window System.
Il primo uso di cookie in HTTP risale al 1994, quando furono usati per controllare se i lettori del sito di Netscape lo avessero già visitato in precedenza. Nel 1995 la gestione dei cookie è stata integrata in Internet Explorer 2. L'introduzione dei cookie inizialmente non è stata conosciuta da un ampio pubblico, ma se ne iniziò a parlare dopo un articolo pubblicato sul Financial Times il 12 febbraio 1996. Il dibattito che si scatenò aveva come tema le implicazioni dei cookie sulla segretezza. I cookie furono oggetto di due udienze della Commissione degli Stati Uniti in commercio federale nel 1996 e nel 1997. Da queste date si incominciò a regolare gli utilizzi dei cookie.
Oggi le applicazioni più comuni vanno dalla memorizzazione di informazioni sulle abitudini dell'utente stesso all'interno dei siti web che visita. Tali applicazioni hanno spesso sollevato dubbi da parte dei difensori della privacy dei navigatori, infatti un cookie potrebbe aiutarci nella navigazione oppure spiarci. In questo secondo caso rientrano molte catene di pubblicitari (che vendono pubblicità a molti siti differenti) i quali usano un cookie accluso all'immagine pubblicitaria per correlare le visite di uno stesso utente a più siti diversi, costruendo quindi una specie di profilo dei siti più graditi. Altri usi considerati convenienti perché utilizzano il cookie come servizio per l'utente sono per esempio la registrazione dei dati di una sessione per evitare la necessità di una nuova autenticazione in una visita successiva (come fa anche Wikipedia per i suoi utenti registrati), o per mantenere il contenuto del "carrello della spesa" nei siti di commercio elettronico.
In termini pratici e non specialistici, un cookie è simile ad un piccolo file, memorizzato nel computer da siti web durante la navigazione, utile a salvare le preferenze e a migliorare le prestazioni dei siti web. In questo modo si ottimizza l'esperienza di navigazione da parte dell'utente. Nel dettaglio, un cookie è una stringa di testo di piccola dimensione inviate da un web server ad un web client (di solito un browser) e poi rimandati indietro dal client al server (senza subire modifiche) ogni volta che il client accede alla stessa porzione dello stesso dominio web.
Il cookie principale, quello che serve per memorizzare le opzioni per tutti gli altri cookie, si chiama cookie tecnico (di consenso) ovvero quello che presiede all'invio e ricezione del pacchetto di informazioni (marcatori).
Ogni dominio o sua porzione che viene visitata col browser può impostare dei cookie. Poiché una tipica pagina Internet, ad esempio quella di un giornale in rete, contiene oggetti che provengono da molti domini diversi e ognuno di essi può impostare cookie, è normale ospitare nel proprio browser molte centinaia di cookie.
I cookie vengono spesso erroneamente ritenuti veri e propri programmi e ciò genera errate convinzioni. In realtà essi sono semplici blocchi di dati, incapaci, da soli, di compiere qualsiasi azione sul computer. In particolare non possono essere né spyware, né virus. Ciononostante i cookie provenienti da alcuni siti sono catalogati come spyware da molti prodotti anti-spyware perché rendono possibile l'individuazione dell'utente. I moderni browser permettono agli utenti di decidere se accettare o no i cookie, ma l'eventuale rifiuto rende alcuni oggetti inutilizzabili. Ad esempio, gli shopping cart implementati con i cookie non funzionano in caso di rifiuto.
I cookie non sono solo utilizzati sui PC o simili, ma anche sugli smartphone e sui tablet.
Un cookie è un header aggiuntivo presente in una richiesta (Cookie:) o risposta (Set-cookie:) HTTP: nel caso il server voglia assegnare un cookie all'utente, lo aggiungerà tra gli header di risposta. Il client deve notare la presenza del cookie e memorizzarlo in un'area apposita (in genere, si utilizzava una directory dove ogni cookie veniva memorizzato in un file). Il cookie è composto da una stringa di testo arbitraria, una data di scadenza (oltre la quale non deve essere considerato valido) e un pattern per riconoscere i domini a cui rimandarlo. È possibile impostare più cookie in una sola risposta HTTP.
Il browser web client rimanderà il cookie, senza alcuna modifica, allegandolo a tutte le richieste HTTP che soddisfano il pattern, entro la data di scadenza. Il server può quindi scegliere di assegnare il cookie di nuovo, sovrascrivendo quello vecchio. Il reinvio tramite pattern permette a tutti i sottodomini di un dato dominio di ricevere il cookie, se così si vuole.
I cookie vengono utilizzati per aggiungere uno stato ad un protocollo privo di stato. Senza i cookie non vi sarebbe differenza in una pagina caricata prima di effettuare un login, dalla stessa pagina caricata dopo. Dato che i cookie permangono nel sistema per lunghi periodi, i siti possono assegnare un indice all'utente e tenere traccia della sua navigazione all'interno del sito, solitamente allo scopo di creare statistiche. Possono essere utilizzati anche per tracciare la navigazione su siti terzi, nel caso in cui questi siti terzi utilizzino contenuti provenienti dal sito che ha impostato il cookie. Solitamente la pubblicità sui siti viene gestita da compagnie che hanno inserzioni su svariati siti internet.
Il contenuto della pubblicità stessa viene caricato direttamente dal loro server (tramite una richiesta HTTP) e visualizzato in maniera integrata nel sito che l'utente desidera visitare. In questo modo il server della compagnia pubblicitaria riceverà dal browser dell'utente l'indirizzo della pagina che si sta visualizzando, e potrà inviare un cookie al client. Tramite questo meccanismo le società pubblicitarie possono aggregare informazioni sugli utenti e costruirne profili e mostrare loro pubblicità mirate.
- fonte Wikipedia.